Il 2 giugno 1946 nacque la Repubblica italiana a seguito dei risultati del referendum tra monarchia e Repubblica, nel quale votarono 25 milioni di italiani . Tredici milioni di donne e dodici milioni di uomini, pari all’89.08% degli aventi diritto, 28.005.449 totali. Tra essi/e 12.717.923 cittadini scelsero la Repubblica, mentre 10.719.284 la monarchia. I risultati furoni proclamati dalla Corte Costituzionale il 10 giugno 1946.
In Sardegna vinse la monarchia. Si votò nelle circoscrizioni di Cagliari, Nuoro ed Oristano. Votarono 569.574 sardi: la monarchia venne scelta dal 60.93% dei votanti.
Questo perché la Sardegna aveva fatto parte a lungo del Regno di Sardegna ed era rimasto questo forte retaggio culturale di attaccamento alla monarchia.
Ma, soprattutto, non aveva vissuto come il resto del Continente gli effetti del fascismo, le deportazioni o la distruzione della seconda guerra mondiale.
L’acquisizione del diritto di voto alle donne italiane che oggi appare quasi scontato, è stato il risultato di un percorso durato moltissimi anni. Il suffragio universale venne istituito in Italia dalla Repubblica Romana nel 1849. Da allora s sino al 1919,soprattutto grazie al movimento delle Suffragette, tanto venne fatto affinché le donne potessero votare esattamente come gli uomini, dal momento che nonostante l’ estensione del suffragio della R.R., le donne venivano comunque escluse dal voto.
La reale legittimazione del suffragio universale arrivò nel 1920 con Gabriele D’Annunzio. Nel 1925, una legge fascista concesse il suffragio femminile applicabile alle elezioni amministrative. Ma essendo state queste ablite solo un anno dopo dal regime, questa legge non fu mai applicata. Nel 1944 le donne capofamiglia, status che in quel momento storico era piuttosto diffusa visto che i coniugi erano in guerra o impegnati nelle attività partigiane, vennero chiamate a votare nella cosidetta Repubblica Partigiana. Nel 1945 il Regno d’Italia istituì il suffragio femminile e le donne,finalmente, votarono alle elezioni amministrative.
Fu il 2 giugno 1946, nel referendum tra repubblica e monarchia, che le donne ebbero un ruolo di primo piano. Sia nell’elettorato attivo, dal momento che in massa si recarono alle urne, sia in quello passivo. Vennero elette 21 deputate che fecero parte dell’Assemblea Costituente. La prima pagina del Corriere della sera, invitava quella mattina le donne ad evitare di recarsi al voto con il rossetto, perché sarebbe potuto restare nella scheda elettorale.
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