venerdì, Settembre 20, 2024
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Riti e credenze sarde: S’Accabadora.

C’è una figura circondata dal mistero, ferma tra mito, realtà e credenze popolari, conosciuta in tutta la Sardegna e della quale ci sono ancora tante cose da scoprire: S’ Accabadora.

Partendo dalle fonti storiche e dalle testimonianze rinvenute e trasmesse oralmente in tutta la Sardegna, S’ Accabadora era una donna che aveva il potere o forse l’onere, di porre fine alla vita di una persona malata, su richiesta del malato stesso. L’etimologia del suo nome deriva dal significato del verbo acabbare o agabbare a seconda del dialetto, ovvero porre fine.

S’Accabadora vestita di nero, con volto coperto, entrava nella stanza della persona alla quale doveva praticare l’eutanasia e la uccideva: soffocandola, con un giogo o più spesso con su matzolu o mazzoccu, una sorta di martello di legno con il quale dava un colpo in testa o dietro la nuca del malato e ne aiutava il trapasso nell’aldilà.

Nella stanza doveva stare solo lei ed il malato: tutti i parenti e le immagini sacre venivano levate, per aiutare il passaggio tra la vita e la morte. Una volta finito il suo compito, S’ Accabadora lasciava la casa.

Non doveva mai essere ricompensata con del denaro ma, piuttosto, con delle offerte in natura o altro.

S’Accabadora era una donna temuta e rispettata da tutta la comunità, che essendo padrona della morte e della vita, quella vita la dava anche, facendo da ostetrica quando una donna doveva partorire. O, secondo altre credenze, elargiva piaceri sessuali.

Le testimonianze della presenza de S’Accabadora in Sardegna risalgono a tempi piuttosto recenti. Una pratica di questa donna è stata testimoniata a Luras nel 1929, un’altra ad Orgosolo nel 1952 e un’altra ancora in tempi più recenti ad Oristano.

Ciò che stupisce è che queste pratiche, specie quelle attinenti all’eutanasia, avvenissero con il beneplacito della chiesa. O comunque senza l’opposizione della stessa, dal momento che non se ne ha memoria.

A Luras, in Gallura, esiste il museo dedicato a questa figura affascinante ed è possibile ammirare con una riproduzione realistica ed in scala naturale, la statua de S’Accabadora intenta ad uccidere il moribondo nel letto.

È anche possibile osservare dal vivo su matzolu, che pare sia originale e sia stato usato da una Accabadora di Luras. Personalmente sono stata nel museo e vi garantisco che quando si entra nella stanza de S’Accabadora la ricostruzione è talmente veritiera da risultare quasi inquietante.

Su questa figura è stato scritto tanto e tanto ancora c’è da scrivere. Di certo c’è che sino a quando non ci saranno reali smentite, non c’è ragione di credere che figure come questa siano esistite realmente.

Maria Vittoria Dettoto
Maria Vittoria Dettoto
Maria Vittoria Dettoto, 48 anni, ozierese, editore e direttore responsabile. Madre di Antonio ed Andrea, Dottoressa in Scienze Politiche, giornalista iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Nel campo del giornalismo vanta anni di esperienza pregressa nella carta stampata, in radio, nei blog. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche online. Web manager, content creator, esperta di social e network marketing e di gestione delle risorse umane, ha lavorato per due multinazionali mondiali, gestendo i suo gruppi di lavoro a livello regionale e nazionale. Da sempre attiva nella cultura e nel sociale, innamorata della Sardegna, ha da sempre contribuito alla valorizzazione dell'isola, della sua cultura e delle sue tradizioni.
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