Sono Sarda e non vivo dentro i nuraghi già da qualche millennio. Sarda scritto volutamente con la S maiuscola, sia chiaro. Non è mica un errore grammaticale, ma è piuttosto un sinonimo di chi come me sente la sardità come appartenenza ancestrale a questa isola meravigliosa.
Se in Sardegna chiami un pastore “pastore” non si offende: i pastori sono dei lavoratori nobili ed infaticabili, non conoscono riposi o ferie e producono un oro bianco che difficilmente tu potrai comprendere.
Parlo una lingua arcaica, una lingua nata tale che non ha avuto bisogno di essere “risciacquata” per essere considerata lingua e non più dialetto. Tu che non sei sardo non la capisci; è per questo che tutti noi con voi parliamo l’italiano.
Tutti, anche quelli che denigri definendoli pastori (per questo ti rimando alla spiegazione precedente).
Sono figlia di una cultura millenaria, di un popolo che mentre Romolo arava un solco dove nascerà Roma, costruiva fortezze e pozzi di una bellezza geometrica e perfetta.
In Sardegna abbiamo università, scuole ed infrastrutture: il nostro unico problema sono da secoli i predoni che ci derubano e già questo depredare è una piaga che non è mai guarita.
Siamo un popolo orgoglioso e vendicativo, si lo ammetto.
Ma siamo ospitali ed allegri.
Generosi, calorosi.
Siamo gente d’onore, un onore che difficilmente il non sardo comprende e scambia per arroganza.
Da noi vige il matriarcato, pensa quanto è avanti da sempre la nostra cultura; le donne sono una risorsa inestimabile e, senza falsa modestia, di una bellezza ancestrale e austera.
Sono Sarda, si.
Perché noi nasciamo prima sardi e poi italiani. Non è snobbismo, non è arroganza: è la consapevolezza che la nostra Sardegna è nostra madre e nostro padre.
Sappiamo che siamo italiani, ma quando veniamo al mondo nasciamo sardi !!
Foto: Sardegna ripresa dallo spazio dall’astronauta Samanta Cristoforetti.