Nella provincia del Medio Campidano, in Sardegna, c’è un paese di nome Gonnosfanadiga che ha una particolarità: tra le sue vie si trovano ben cinquanta pozzi, un tempo sistema di abbeveramento della popolazione e sfruttamento per usi domestici, oltre che luogo di ritrovo dei residenti.
Le stesse vie del paese, prendono il nome da quello dei pozzi. Il comune che oggi conta oltre 6.000 abitanti è abitato sin dall’epoca preistorica: se ne hanno testimonianze nelle tombe e nei nuraghi.
Si hanno poi notizie del passaggio dei Fenici e dei Romani, dei quali sono state ritrovate numerose suppellettili, sino all’arrivo dei Bizantini.
In epoca medioevale fece parte del Giudicato di Arborea, del Marchesato di Oristano e finì poi agli Aragonesi. Durante il periodo medioevale e sino poi all’epoca contemporanea, il paesino ebbe una crescita economica notevole, tanto che quasi tutti i suoi residenti erano anche proprietari terrieri.
Il 17 febbraio 1943 venne bombardato: morirono oltre cento innocenti e molti rimasero feriti o mutilati. Un episodio tragico che ha segnato la storia moderna della comunità.
Attrazione del paese oltre ai succitati pozzi, sono le chiese di Santa Severa, Santa Barbara, Sacro Cuore e di Lourdes. La tomba di San Cosimo il bellissimo parco naturale di Perd’e Pibara.
Tra gli eventi di rilievo socioculturale, la festa della Madonna della salute che si tiene da 175 anni il 25/26 e 27 maggio e la sagra delle olive che si svolge nel mese di novembre.
Foto: pozzo e tomba Wikipedia; sagra olive di Provincia del Medio Campidano.