Mentre è in corso da questa mattina l’autopsia sul corpo di Francesca Deidda, la donna uccisa nella sua casa di San Sperate presumibilmente il 10 maggio, i carabinieri dei RIS di Cagliari sono tornati nella casa dove Francesca viveva con il marito Igor Sollai, accusato del suo omicidio e dell’occultamento del suo cadavere.
I RIS si sono concentrati nell’analisi delle sterpaglie nella strada sotto la camera da letto della casa. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, c’è quella che il corpo della donna, dopo essere stata uccisa nel divano con un colpo alla testa e messo dentro il borsone, sia stata gettato dalla finestra della camera da letto e successivamente posto dentro la macchina e trasportato nella SS 125 dove il 18 luglio è stato ritrovato.
Andrea Deidda, fratello di Francesca, è non solo convinto che Sollai sia l’assassino, ma che abbia avuto anche un complice. Lo invita a farsi avanti, prima che la sua esistenza venga confermata dalle prove raccolte.
Nei giorni scorsi, mentre la casa della Deidda era già stata posta sotto sequestro, un amico di Igor Sollai è entrato nella casa. A suo dire per prendere dell’abbigliamento per Sollai detenuto ad Uta. L’uomo è stato poi denunciato per aver violato il divieto di accesso all’abitazione.
Sollai nel frattempo nonostante siano emerse una serie di prove a suo carico, continua a professarsi innocente.
Andrea Deidda afferma che ad insospettirlo ed a ritenere da subito che a rispondere ai suoi messaggi non fosse sua sorella Francesca, allora data per scomparsa nei giorni immediatamente successivi al 10 maggio, ma Sollai, siano stati una serie di indizi.
Prima di tutto il modo di scrivere, pieno di errori ortografici, non appartenenti al modo di scrivere della sorella. Il fatto che la sorella avesse inviato sempre dal suo telefono, che si scoprirà poi essere stato usato da Sollai, la mail all’azienda dove lavorava per licenziarsi.
Francesca Deidda era molto legata al suo lavoro. Secondo il fratello, non si sarebbe mai licenziata. Terzo indizio: il tranello fatto dalle colleghe di Francesca dicendo che una collega era andata via dal lavoro, al quale Sollai ha risposto cadendoci.
Quarto indizio: dal cellulare di Francesca Deidda arrivano dopo il 10 maggio, giorno della scomparsa, dei messaggi al fratello attraverso i quali gli chiede di chiudere con una cifra forfettaria da versarle, un accordo per la casa.
Andrea sapeva bene che sua sorella non gli avrebbe mai fatto una richiesta simili solo usando dei messaggi, come avveniva in quel momento subito dopo la scomparsa, ma che gli avrebbe chiesto di vederlo di persona.
La richiesta del versamento di questa cifra in denaro secondo Andrea Deidda potrebbe essere giustificabile con l’utilizzo successivo di quella somma da parte di Sollai, per una fuga all’estero, dove l’uomo ha parenti ed amici.
Di qui, la denuncia di scomparsa di Francesca Deidda da parte del fratello Andrea datata il 30 maggio e la successiva scoperta del corpo senza vita della sorella il 18 luglio, dentro un borsone, sulla 125. La stessa strada dove Sollai ha dichiarato di averla accompagnata perché doveva incontrare delle persone.
A seguito dell’autopsia si saprà con precisione dove, come e quando è stata uccisa la donna.