La pugile algerina Imane Khelif ha vinto ieri sera la medaglia d’oro di boxe categoria 66 chili, contro la pugile cinese Liu Yang, diventando leader delle Olimpiadi di Parigi 2024.
La cinese Yang a fine incontro ha alzato il braccio della Khelif attribuendole lei stessa la vittoria con grande sportività e senza alcuna polemica verso l’algerina oggetto in queste settimane di milioni di commenti polemiche e critiche da tutto il mondo per la sua “colpa”: quella di avere un tasso di testosterone più alto rispetto alla media e definita per questo transessuale o addirittura uomo.
Mentre il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, ha accertato che ha i parametri ormonali per combattere nella categoria donne, non avendo iniziato alcun percorso di transizione sessuale e tantomeno essendo uomo. E nonostante le polemiche e le pressioni politiche internazionali, è restato della sua scelta, ribadita più volte anche ufficialmente in questi giorni di Olimpiadi e permettendo alla Khelif di proseguire la sua Olimpiade.
In Italia persino membri del governo si sono schierati contro l’atleta quando la pugile italiana Angela Carini si è arresa dopo 36 secondi ed un unico pugno ricevuto in faccia dalla Khelif, che per arrivare all’oro ha combattuto e vinto contro cinque avversarie.
La Khelif in Algeria è nel mentre diventata un’eroina nazionale. Ieri a rifarla uno stadio pieno di connazionali, che a fine incontro l’hanno portata in trionfo. Per la Khelif una medaglia che rappresenta un riscatto personale, sociale, politico al di là di tutto ciò che le hanno buttato addosso.
Complimenti.
Foto: Trash_Italiano e Corriere della Sera.
Maria Vittoria Dettoto