Tra i piatti tipici che fanno parte della tradizione culinaria sarda oltre al maialetto arrosto ben noto a tutti, figura certamente la corda detta sa cordula in sardo, formata da intestino tenue e crasso di agnello o capretto, pancia ed una rete che servirà poi per racchiudere le interiora dentro una sorta di corda appunto.
Le interiora e tutte le componenti della corda devono essere pulite perfettamente sotto l’acqua corrente prima di essere utilizzate. Ma ciò che rende ogni corda unica nel suo genere è come le interiora stesse vengono intrecciate: mani sapienti si muovono ritmicamente avanti ed indietro lungo la lunghezza delle carni, dando vita ad opere d’arte. Mio padre Antonio, cuoco, in questo era un maestro. Impiegava tutto il tempo necessario per la pulizia e l’intreccio della corda che poi riponeva nello spiedo dentro camino di casa e per arrostirla.
Il sapore della corda, unico ed inimitabile, è un sapore che ti resta dentro come il suo profumo mentre cucina sulla brace o in padella, sbollentata e condita poi generalmente con i piselli; ma questo sta naturalmente alla fantasia ed al gusto di chi la cucina. Naturalmente.
Altra specialità sarda è su trattaliu o tattaliu creato con fegato, polmone, cuore o milza dii agnello, capretto o di maiale.
Perché in Sardegna degli animali non si butta via niente: vengono dunque fatti a pezzi e cucinati allo spiedo oppure in padella conditi con cipolla fresca ed olio evo. La trattalia in Gallura è chiamata rivea.
Corda, trattalia e rivea sono protetti dal marchio PAT ( Prodotti Alimentari Tradizionali), in quanto sono piatti della tradizione pastorale sarda che nella nostra isola vengono cucinati da secoli e che verranno, spero, tramandati nel tempo ed apprezzati sia dai sardi che dai turisti.che arrivano qui da tutto il mondo.
Maria Vittoria Dettoto