I Mamuthones e gli Issohadores un tempo relegati alla conoscenza dei sardi, da ormai quasi un secolo grazie alla diffusione della fotografia prima e dei social poi, sono diventati tra le maschere sarde più famose, conosciute ed apprezzate nel mondo. La loro storia risale addirittura all’età nuragica e rappresentavano un rito propiziatorio di buon auspicio per il raccolto e di liberazione dagli spiriti del male.
A Mamoiada, il piccolo paese della Barbagia dal quale hanno origine, ogni famiglia si può dire che abbia un legame con queste maschere. Gli indumenti da indossare nel corso della vestizione, un tempo momento intimo relegato ai soli componenti del gruppo, viene ormai fatto pubblicamente per permettere a chiunque di conoscere ogni singolo passaggio di questo rito spettacolare.
Ma chi sono i Mamuthones e gli Issohadores e cosa rappresentano? Il termine Mamuthone pare derivi etimologicamente dal sardo “Mommotti”, il Dio della morte. La veste del Mamuthone è composta da pelli di pecora, abbigliamento in velluto, su bonette ( il cappello), “su muncadore” ( fazzoletto avvolto attorno al viso), ” sa carriga” ( i campanacci che arrivano a pesare sino a 25 kg), le campanelle sul petto e “sa visera”, la classica maschera di colore nero, apposta come ultima parte dell’abito sul viso. Una volta che il Mamuthone indossa la visera diventa un semidio, un essere antropomorfo che, attraverso il suono dei campanacci e delle campanelle, scaccia gli spiriti maligni ed omaggia i defunti. Il numero dei Mamuthones varia dai 12 ai 16, a seconda delle occasioni.
Ad accompagnarli, guidarli ed imporre loro il ritmo dei passi cadenzati ci sono insieme ai Mamuthones gli Issohadores, il cui nome deriva invece dal gesto di prendere con la fune ( sa soha) le donne che li osservano in segno di buon auspicio o gli spettatori che da anni vengono da ogni parte del mondo per vederli. L’abito degli Issohadores è composto da un corpetto rosso, camicia bianca, pantalone bianco sui quali viene stretto in vita un fazzoletto e poste sopra le calze nere in orbace, la visera bianca, le campanelle poste sul petto.
La prima uscita dei Mamuthones e degli Issohadores è in occasione delle festa di Sant’Antonio Abate, Santu Antoni e su fogu, che segna la data di inizio del carnevale barbaricino. Successivamente la domenica di Carnevale ed il martedì seguente. Il gruppo si esibisce da diversi anni in giro per la Sardegna, la penisola ed all’estero, riscontrando grandi consensi tra il pubblico.