I casi di pedofilia da parte dei preti nei confronti dei bambini sono risaputi da anni. Una questione squallida, perpetuata da chi a quei bambini dovrebbe insegnare i valori cristiani e invece li abusa.
Per poi andare a predicare nelle parrocchie ai fedeli come dovrebbero comportarsi nella loro esistenza. E magari negare un’ostia durante la Comunione ad una persona solo perché convivente.
Facile predicare bene e razzolare male. I casi di pedofilia nella Chiesa erano diffusissimi già negli anni ’50/, ’60/ 70. E nella recente visita in Belgio Bergoglio pare abbia incontrato 17 vittime di abusi sessuali da parte di preti.
Incalzato sia dal primo ministro belga a parlare dell’argomento, Bergoglio ha dichiarato che la Chiesa deve vergognarsi della pedofilia che c’è al suo interno, che è lei stessa peccatrice e che vanno presi dei provvedimenti.
Ma lui stesso è il primo che non li prende. Perché ha permesso che il vescovo di Bruges, Roger Vangheluwe, dimessosi dalla carica nel 2010 dopo essere stato accusato ed aver ammesso di aver abusato per anni suo nipote di 13 anni, non è stato mandato via subito dalla chiesta e lo ha fatto solo poco prima che Bergoglio andasse in visita in Belgio? Vangheluwe oggi ottantasettenne ha mantenuto il suo stato clericale sino al 21 marzo 2024. Una vergogna.
La spiegazione a questo vergognoso ritardo secondo quanto comunicato alla stampa, risiede nel fatto che il Dicastero per la dottrina della fede ha riaperto il caso, dopo che sono arrivate nei confronti del vescovo pedofilo accuse di abusi su altri minori.
Perché aspettare 14 anni a procedere e non farlo subito? Bergoglio è Papa ormai da molti anni. Dal 2013 per l’esattezza. Perché lui stesso non ha fatto sì che il vescovo fosse mandato via?
Le parole stanno a zero se non vengono seguite dai fatti. Anche se pronunciate da un Papa. Qui l’unica cosa certa è che tanti bambini innocenti hanno avuto la vita segnata dalle violenze sessuali perpetuate da chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro. Tutto il resto sono solo chiacchiere.
Foto Bergoglio e Vanghelewe.
Maria Vittoria Dettoto
