Sono appena arrivati a bordo della nave militare Libra a Shengjin i primi sedici migranti provenienti dall’italia e diretti nei centri di accoglienza in Albania, secondo l’accordo con il Governo italiano sottoscritto il 6 novembre 2023 tra la premier italiana Giorgia Meloni ed il primo ministro albanese Edi Rama.
L’accordo, di durata quinquennale, prevede una spesa stimata per lo Stato italiano tra i 600 e gli 800 milioni di euro sino al 2028. Avete capito bene. Tra i 600 e gli 800 milioni di euro. Repetita iuvant dicevano i latini.
Questi soldi prevedono la copertura delle spese per il funzionamento delle due strutture albanesi nei centri di Shengjin e Gjader: per il funzionamento delle stesse, vitto, alloggio, cure mediche.
Ai quali vanno aggiunti i costi del trasporto dall’italia all’Albania. Diciottomila euro a migrante. Mica bruscolini. Perché non sono trasportati mica su una nave qualsiasi, ma su una nave della marina militare, la Libra appunto.
Facendo due calcoli, scopriamo che solo per questo primo trasporto dei sedici migranti di origine bengalese ed egiziana, lo Stato italiano, cioè noi, stiamo spendendo quasi 290.000 euro.
I requisiti che i migranti dovranno avere per essere portati nei centri albanesi sono: essere stati salvati nel Mar Mediterraneo e non provenire da una ONG. Essere di sesso maschile. Provenire da uno dei venti paesi considerari dal nostro governo sicuri e non vulnerabili.
Ma perché il governo ha deciso di portare i migranti in Albania? Gli scopi secondo l’accordo sono combattere il traffico di essere umani, contrastare l’emigrazione clandestina, dare accoglienza a coloro che arrivano da paesi considerati sicuri e non vulnerabili. Verificare la richiesta di asilo e decidere se accettarla o no.
Tutte cose che l’Italia già fa nei centri di accoglienza nel nostro Paese. Ma soprattutto questa è un’operazione di marketing politico, una propaganda a livello internazionale volta a ripulire l’immagine del governo di centrodestra, segnato da una politica contro l’immigrazione.
Quella sui barconi, sia chiaro.
L’Europa pare guardi di buon occhio all’impresa italiana. E sapete perché? Si leva un problema senza sborsare un euro. Perché tanto a pagare siamo noi, lo ripeto, sia nella gestione dei migranti nei centri di accoglienza italiani che in quelli albanesi.
Vedremo quanto sarà efficace questo accordo. Personalmente dubito che andrà a buon fine. Per quanto mi riguarda vedo solo uno spreco di soldi che poteva essere investito in altri settori quali aumento degli stipendi o delle pensioni, salute e cultura degli italiani, scuole o ospedali.
A voi le considerazioni.
Foto Repubblica: la nave Libra.
Maria Vittoria Dettoto