Viktoryia Ramanenka è una bella donna bionda con gli occhi azzurri, alla quale nove giorni fa, gli è stato strappato il suo unico figlio Leonardo, 15 anni.
Madre e figlio vivevano da soli nella fazione di Montignano, comune di Senigallia, nelle Marche. Il padre di Francesco, vigile urbano, si era rifatto una vita con un’altra donna.
Ma nella famiglia allargata si andava d’accordo ed il sette ottobre Viktoryia e Francesco fanno una passeggiata con il loro figlio adolescente, che da tempo manifestava un disagio nell’andare a scuola.
Leonardo confessa ai genitori di essere da tempo bullizzato in classe da due ragazzi ed una ragazza, con insulti a sfondo sessuale. La madre dice a Leonardo di denunciare, lui dice che vuole risolvere la cosa parlando con i suoi coetanei.
Leonardo confida il disagio anche al suo insegnante di sostegno, aggiungendo che vuole lasciare la scuola. Il docente non avvisa di questo i genitori di Leonardo e dice al ragazzo che la scuola è obbligatoria sino ai sedici anni e che dovrà restarci.
Leonardo delle continue vessazioni subite aveva avvisato nei mesi precedenti anche altri docenti, che non sono intervenuti sui bulli secondo quanto dichiara la madre al Corriere della Sera. Nessuno ha fatto niente.
Il dieci ottobre Leonardo ha posto fine alla sua vita sparandosi in bocca con la pistola sottratta al padre. Ai funerali, la chiesa gremita di gente. La madre si domanda dove fosse tutta questa gente quando il figlio veniva insultato e tutti erano silenti.
Mentre prendeva le condoglianze, si avvicina a Viktoryia il preside della scuola nella quale Leonardo aveva trascorso quei mesi terribili che lo hanno portato alla morte. “La prego di allontanarsi da me” gli risponde Viktoryia, rifiutando le sue condoglianze.
Durante le esequie arriva nel cellulare dell’avvocato nominato da Viktoryia per procedere contro i responsabili della morte del figlio un messaggio nel quale si dice che Leonardo non è l’unica vittima dei bulli in quella scuola. Che si indaghi su quanto sta accadendo.
“Mi avete tolto mio figlio, non sono pronta a perdonarvi. I prof dovevano proteggerlo”, dice Viktoryia che ha già sporto due denunce e vuole andare avanti per dare giustizia a Leonardo.
Leonardo ora riposa dentro la bara bianca coperta di fiori candidi. Candidi come la sua anima, che adesso ha finalmente trovato quella pace che questo ragazzo in terra non è riuscito a trovare.
Foto Viktoryia e Leonardo Corriere della Sera, foto bara Leggo.