I carrettoni sino ad una trentina d’anni fa, erano tra i giochi preferiti dei bambini sardi, specie quelli più spericolati, che con una buona dose di coraggio e spregiudicatezza si spingevano su queste carrette artigianali lungo discese con pendenze incredibili.
Più di una volta il prezzo da pagare erano lividi, escoriaziani e botte contro qualche muro o marciapiede; ma ne valeva la pena perché il divertimento e l’ebrezza che si provava nello salirci sopra ripagava di tutto.
Personalmente ci sono salita ed ho aiutato anche a costruirli: bastavano una tavola in legno o i più lussuosi avevano un sedile, collegarli a dei cuscinetti di metallo o gomme, una fune di spago o plastica ed il gioco era fatto.
Ai miei tempi, primi anni 80, le protezioni per il corpo quali caschetti, ginocchiere o altri non esistevano. E coi carrettoni nonostante questo ci facevamo pure le gare: si sceglieva una strada con una discesa bella lunga e pendente, si partiva dalla cima con qualcuno che da dietro ci spingeva ( o ci spingevamo da soli) e via.
Talvolta, in qualche paese sardo, le gare di carrettoni vengono ancora riproposte. Giochi belli volti a socializzare ed a divertirsi spendendo poco e ridendo tanto.
Maria Vittoria Dettoto