Aumenta con lo scorrere delle ore il tragico bilancio del passaggio di Dana a Valencia. Salgono a 95 le vittime, centoventi mila sfollati. Devastazione ovunque.
Un dramma che ha travolto la regione spagnola del quale l’Agenzia meteorologica statale aveva dato avviso martedì mattina alle sette e mezza innalzando l’allerta al livello rosso, il più elevato.
Nonostante questo, nessuno ha impedito che le scuole o gli uffici chiudessero. Le strade o i supermercati. Gli spagnoli sono stati travolti da una quantità d’acqua in otto ore pari a quella che cade in un anno, mentre svolgevano le loro attività quotidiane.
Sono dunque rimasti bloccati per strada, nelle loro macchine. Come topi. O si sono aggrappati agli alberi o sono saliti nei piani superiori degli edifici per salvarsi. In una scuola i bambini hanno dovuto trascorrervi l’intera notte.
Perché l’allarme è stato inviato dopo 11 ore di ritardo. Alle 20 di martedì. Attraverso il sistema simile al nostro T-Alert, quando il danno era già fatto e l’alluvione travolgeva tutto.
Alle 18 di martedì il presidente Carlos Mazon scrive un messaggio su X: ” Alle 18 sarà tutto finito”, poi cancellato. Ma alle 18 l’alluvione non era finita.
Ed i morti, gli sfollati e la desolazione continuavano. Le immagini dell’area interessata dal passaggio della perturbazione il giorno dopo sono devastanti.
I soccorritori cercano i morti o i superstiti tra le macerie. Cumuli di fango che hanno invaso case, uffici, scuole. La metropolitana di Valencia completamente allagata. Strade che sono diventate fiumi. E Barcellona adesso teme che tutto questo si ripeta nella sua città.
Un dramma immenso, per il quale il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale. Certamente insufficienti a riportare in vita i defunti o a ridare agli spagnoli la serenità che avevano prima di questa tragedia.
Foto: Sole 24 ore.
Maria Vittoria Dettoto