La mattina del 24 novembre 2017, Antonio Meloni 14 enne di Ittiri, comune in provincia di Sassari, morì schiacciato da un pullman alla fermata degli autobus. Antonio come ogni mattina si trovava lì per prendere il mezzo di trasporto per andare a scuola. Alle 7.30 del mattino la tragedia che sconvolse tutta la Sardegna e tutta Italia.
Antonio era figlio unico. Suo padre Francesco e sua madre Caterina Tilocca non si sono mai rassegnati alla sua morte e da allora lottano per cercare la verità sulla morte del figlio.
L’autista del pullman, il 46 enne Andreuccio Uggias allora 44 enne di Sennori, venne iscritto nel registro degli indagati da parte della Repubblica di Sassari per omicidio colposo. A fine gennaio 2019 venne chiesta l’archiviazione del procedimento nei suoi confronti, in quanto il perito stabilì’ che Antonio “era caduto improvvisamente, perdendo l’equilibrio sul manto stradale”.
I genitori del giovane non si rassegnarono a questa sentenza e presentarono una loro perizia con la quale si diceva che il conducente del mezzo pubblico “non avrebbe dovuto solo rallentare, ma arrestare la marcia del veicolo, visto che come ammise lo stesso autista, la visuale alla guida era molto limitata”.
A seguito di questa perizia, il gip ha accolto la richiesta degli avvocati dei genitori di Antonio ed imposto al pubblico ministero di formulare l’imputazione di omicidio colposo nei confronti di Uggias, che venne sottoposto a processo.
Antonio quella mattina correva accanto al mezzo pubblico per assicurarsi un posto a sedere nel viaggio che lo avrebbe condotto a scuola. Cosa che purtroppo avviene ancora oggi in molti comuni sardi, nei quali i mezzi di trasporto sono insufficienti rispetto agli studenti che ne usufruiscono. Certo è che non si può morire così a 14 anni e che tragedie come quella accaduta ad Antonio, che potrebbe essere figlio di tutti noi, non avrebbe dovuto accadere e auspico non tornino ad accadere in futuro.
Maria Vittoria Dettoto
