Ebbene si. Ieri come oggi, le donne sarde erano padrone di loro stesse. Libere. Colte ed intelligenti.
Fulcro della società che si basava sul matriarcato e vedeva la donna al centro della famiglia e della società. Non a caso sin dalla preistoria la nostra isola viene raffigurata attraverso la Dea Madre.
In Sardegna abbiamo avuto due regine: Adelasia di Torres ed Eleonora d’Arborea, che emanò la Carta de Logu, i cui diritti e doveri hanno regolarmentato la Sardegna sino a pochi secoli fa.
Nel Medioevo, quando le donne sarde andavano in giro a seno scoperto e Dante ci definiva volgari, eravamo già molto più libere di molte altre donne di altre regioni o Stati.
Una certa Grazia Deledda a fine Ottocento partiva da Nuoro, si trasferiva a Roma e diventava nel 1926 l’unica donna in Italia ad ottenere il premio Nobel per la letteratura.
Altro che scimmie! Altro che sardi ignoranti!
Senza contare che siamo conosciuti in tutto il mondo per opere ingegneristiche come i nuraghi, dei quali se ne contano nell’isola ben 8.000. Si’, 8.000. Che solo lo scorrere del tempo ha scalfito, ma non certo nell’ingegno.
Per non parlare della nostra lingua, si’, una lingua. Mica un dialetto come quello fiorentino parlato dal Dante. Con tutto il rispetto per i fiorentini. Il sardo lo possiamo usare nei documenti ufficiali, come negli esami di maturità o nei discorsi pubblici.
Ed è verissimo che siamo campanilisti e ci vantiamo la nostra Terra, che ha dato i natali a menti eccelse, medici, poeti, scultori, politici, cuochi, artisti.
E la cosa bella è che in Sardegna ognuna di queste mansioni, gode del medesimo rispetto delle altre ed ognuna di esse contribuisce a fare della nostra società una società bella, calda ed accogliente.
Verso gli stessi sardi e verso il prossimo.
Solo chi in Sardegna vive o l’ha visitata almeno una volta può capire. Perché la Sardegna non è solo spiagge spettacolari: è un unicum ed allo stesso tempo mille altre cose. I sardi hanno lasciato un’impronta nella storia, sono la storia. E non sarà certo Dante o chi per lui a sminuirci. Mai.
Che poi, come ha scritto qualcuno, non è stato neanche in grado di conquistare la sua amata Beatrice e si permette di parlare male di noi? Ma pro piaghere!
Foto: Dea Madre.
Maria Vittoria Dettoto