Cecilia Sala è stata liberata. Ne siamo tutti felici. Dopo venti giorni trascorsi in una prigione a Teheran in Iran. Grazie al lavoro sottotraccia del Governo Meloni, ha potuto fare rientro in Patria sana e salva.

Ma adesso non facciamo di questa donna un’eroina. Non riempiamo per settimane giornali e trasmissioni tv con la sua vicenda, sulla quale lei stessa scrivera’ probabilmente una biografia o ci fornira’ un reportage o forse le dedicheranno un film.
La Sala è andata in Iran di sua spontanea volontà e magari ci tornera’ in futuro. In un paese classificato tra i più pericolosi al mondo, nel quale le donne rischiano di essere uccise se non indossano il velo islamico.
E loro sì, da eroine, lottano per la loro libertà. L’ultima solo qualche giorno fa in aeroporto, senza velo islamico, ripresa pubblicamente perché non lo indossava, ha strappato dalla testa il turbante dell’uomo che l’ha redarguita e l’ha sbeffeggiato davanti a tutti.
Quello è coraggio. Quello è essere eroina. Per se stessa e per le altre donne.
Ma veniamo ai maro’, che tutti ricorderanno in quanto trattenuti per ben quattro anni e mezzo in India per essere accusati di aver ucciso due pescatori nell’espletamento delle loro funzioni.
Il 16 febbraio 2012, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie e spararono contro quelli che a loro parevano dei pirati.
In un tratto di mare nel quale I pirati ancora esistono davvero e sono capaci di delinquere. I due pescatori morirono.
I due maro’ furono protagonisti di una vicenda surreale, che a momenti assunse I tratti del satirico e del grottesco, con la frase “Riportiamo a casa I maro'”, ripetuta come una nenia nel susseguirsi dei governi italiani, Monti prima e Renzi poi, che in quegli anni non riuscivano a venire a capo del rimpatrio dei due militari in Italia.

Il 20 febbraio 2012 i due maro’ vennero arrestato con l’accusa di omicidio, rischiando la pena di morte e successivamente incarcerati per mesi nella prigione di Trivandum per essere poi trasferiti nell’ambasciata italiana a Nuova Delhi.

Mentre i maro’ erano trattenuti in India, Cecilia Sala scrisse nei suoi profili social che i due militari sarebbero dovuti essere processati in India, con il rischio, ripeto, di essere ammazzati.
Le sue parole nei giorni della sua priginia sono stati commentate da Latorre che ha dichiarato: “Da militare e da uomo mi dispiace per quelle parole. Sputare sentenze non è mai corretto perché si dovrebbe sempre verificare ciò di cui si parla. Cecilia ha sbagliato. Sono certo che con questo governo la sua storia si risolvera’ in breve tempo e potremo sentirci, non per delle scuse che lasciano il tempo che trovano, ma per confrontarci su questa esperienza che ci unisce”.
Latorre fu il primo a fare rientro in Italia a seguito di problemi di salute nel settembre 2014 a seguito di un’ischemia celebrale che richiedava di essere operata in Italia. A gennaio 2015 viene poi operato per un’anomalia cardiaca che gli impedisce di rientrare in India.
Il 15 gennaio 2015 il Parlamento europeo approva una risoluzione che chiede il rimpatrio dei due fucilieri in Italia e stabilisce che i maro’ debbano essere processati secondo la giurisdizione italiana.
Latorre resta in Italia. Il 2 maggio 2016, dopo quasi quattro anni e mezzo nei quali era stato trattenuto in India, anche Girone pote’ finalmente rientrare in Italia.
Il 31 gennaio 2012, quasi dieci anni dopo il fatto per I quali erano stati detenuti e privati per anni della loro libertà, il Gip di Roma archivio” il procedimento a carico dei due maro’ poiché la loro condotta in India era stata ritenuta “consona a una situazione tale da far pensare a un attacco dei pirati”.