La piccola Giulia aveva solo nove mesi. Nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio, dormiva nel letto dei genitori ad Acerra, nel napoletano. Il cane di famiglia un pitbull, l’ha sbranata, azzannandola alla testa e agli arti. Quando il padre di Giulia, 25 anni, si è accorto di quello che era accaduto, la piccola Giulia era in una pozza di sangue.
Da lì la corsa al pronto soccorso, dove Giulia arriva già morta. Gli inquirenti chiedono ad il padre cosa sia accaduto: l’uomo dice inizialmente che Giulia è stata aggredita da un randagio, ma a seguito di perquisizione dell’abitazione nella quale è avvenuta la tragedia, emergono tracce di sangue che inconfutabilmente confermano l’aggressione del pitbull di casa. Solo a quel punto il padre ammette che è stato il proprio cane ad uccidere la figlia, aggiungendo che lui non si è accorto di cio che stava avvenendo.
Nel frattempo arriva in Pronto soccorso la madre di Giulia, 23 anni, che al momento della tragedia si trovava al lavoro. Aggredisce verbalmente il compagno, padre di Giulia, in lacrime. Disperata per la morte della bimba.
Il pitbull prima di uccidere Giulia qualche mese fa aveva ucciso un cane ed era considerato dai vicini della coppia un cane violento. L’animale è stato portato via dai veterinari della ASL di Salerno.
La Procura della Repubblica di Nora ha sequestrato la salma di Giulia ed ha disposto sul corpo della bambina l’esame autoptico. L’abitazione nella quale la bimba è deceduta è stata posta sotto sequestro.

Foto: un pitbull e la foto dell’abitazione nella quale Giulia è morta posta sotto sequestro.
Maria Vittoria Dettoto