venerdì, Marzo 14, 2025
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Condannato all’ergastolo Masih Shahid, il pakistano che uccise il 19enne Mirko Farci. La zia: “Buttate le chiavi”. E la madre Paola condannata alla gogna mediatica…

Ieri la corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo e a sei mesi di isolamento diurno per il 31enne pakistano Masih Shahid, che l’11 maggio 2021 uccise a Tortolì il 19enne Mirko Farci e feri’ mortalmente sua madre, la 54enne Paola Piras.

La storia è tristemente nota: Shahid si introdusse furtivamente a casa della Piras, con la quale l’uomo aveva avuto una relazione che la donna aveva scelto di interrompere. A quel punto il pakistano aveva iniziato a stalkizzare Paola Piras, che lo aveva denunciato.

Shahid non accettava la fine della relazione e quella mattina andò a casa della Piras con il chiaro intento di ucciderla. Arrivato nella camera da letto della donna, iniziò ad accoltellarla. Una, due, tre, diciotto coltellate vennero inferte dall’uomo sull’esile corpo di Paola. Il figlio Mirko che dormiva nella stanza a fianco, sentite le urla della madre entrò nella camera da letto, si getto” contro Sahid per difendere la madre e con il suo corpo le fece da scudo. Fu accoltellato a morte. Shahid a quel punto fuggi’. Venne catturato qualche ora dopo, rischiando di essere linciato dagli abitanti di Tortolì mentre veniva portato in caserma.

Come giornalista che si occupava del caso di cronaca nera, entrai in contatto da subito con la famiglia di Mirko Farci e con sua zia Stefania Piras, sorella della madre di Mirko , Paola, che ne frattempo era stata trasportata in coma in ospedale. Rapporto tra noi protrattosi negli anni.

Paola resto’ in coma per quaranta giorni, lottando tra la vita e la morte. Fortunatamente si risveglio’ ed a questo risveglio seguirono mesi di riabilitazione.

Ma, risvegliandosi, Paola venne a conoscenza della morte di Mirko che l’aveva salvata. Un dolore enorme, peggio del coma e delle 18 coltellate, un dolore che si porterà dentro insieme alla sua famiglia tutta la vita.

Nonostante ciò, la donna ha dovuto subire un altro dolore: la gogna mediatica di chi la accusava di essere in qualche modo colpevole della morte del figlio, a causa della sua frequentazione sbagliata con quell’uomo straniero, vent’anni più giovane.

Gogna alla quale Paola era già segnata da quando la relazione con Shahid divenne pubblica. I commenti contro di lei si sprecavano, come che fosse l’unica donna al mondo innamoratasi dell’uomo sbagliato, per cui doveva necessariamente subire una colpa.

Personalmente non l’ho mai giudicata per questo e non lo farò mai. E non lo scrivo per attirare consensi, ma perchè a tutti capita di sbagliare. Quando venne ferita, la mia preoccupazione era che si risvegliasse dal coma e che potesse continuare a fare da madre agli altri figli. Continuare a vivere nonostante il dolore.

Ma, mi rendo conto che specie sui social ci sono tante persone sempre pronte a criticare chiunque e che farebbero meglio a guardarsi in casa propria o nella loro vita.

Che parlano di solidarietà femminile e poi di fatto criticano le altre donne per chi frequentano, per come si vestono o come parlano.

Ieri Stefania Piras, zia di Mirko commentando la sentenza della Corte di Cassazione ha scritto bene: per la loro famiglia quella di ieri non è una cosa da festeggiare.

“Nessun giudice, nessun tribunale, nessuna Corte di Cassazione potrà ridarti la vita. Oggi non abbiamo niente da festeggiare, come non ne avevamo ieri e non ne avremo domani.

La data che aspettavamo è arrivata. Sono stati giorni, mesi, anni difficilissimi. Sapevamo che non sarebbe cambiato nulla, perlomeno per noi familiari, ma siamo andati avanti con la speranza che questo traguardo fosse da monito per altri, in questo mondo che giorno dopo giorno ci ricorda di quanto si stia impoverendo dei veri valori.

Oggi qualcuno ci dice che possiamo mettere finalmente un punto. Beh, non esiste punteggiatura quando viene strappata la vita ad un ragazzo.

Noi continueremo ad andare avanti, ognuno di noi con il proprio fardello pesantissimo da trascinare e con il proprio dolore da sopportare, a fare quotidianamente i conti con questo vuoto incolmabile che è e sarà per sempre intollerabile.

Mirko, amore della diddy, ti abbiamo amato, ti amiamo e ti ameremo per sempre.

E che il tuo assassino sia affidato alla giustizia terrena e poi a quella divina e credo fortemente che saranno entrambe poco clementi.

Ergastolo confermato, che è sempre troppo poco.
Che si buttino pure le chiavi “, conclude Stefania.

Ha proprio ragione Stefania. Che si buttino pure le chiavi.

Foto: Mirko Farci, Paola Piras e Masih Shahid.

Maria Vittoria Dettoto

Maria Vittoria Dettoto
Maria Vittoria Dettoto
Maria Vittoria Dettoto, 48 anni, ozierese, editore e direttore responsabile. Madre di Antonio ed Andrea, Dottoressa in Scienze Politiche, giornalista iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Nel campo del giornalismo vanta anni di esperienza pregressa nella carta stampata, in radio, nei blog. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche online. Web manager, content creator, esperta di social e network marketing e di gestione delle risorse umane, ha lavorato per due multinazionali mondiali, gestendo i suo gruppi di lavoro a livello regionale e nazionale. Da sempre attiva nella cultura e nel sociale, innamorata della Sardegna, ha da sempre contribuito alla valorizzazione dell'isola, della sua cultura e delle sue tradizioni.
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