La Sardegna detiene tanti primati: uno di questi è che nella nostra meravigliosa isola vivono gli ultimi cavalli selvaggi d’Europa: i cavallini della Giara.
Secondo alcuni studiosi sono i discendenti del cavallo selvatico presente in Sardegna già nel Neolitico, i cui resti fossili risalenti al 6000 a.C. sono stati ritrovati in diverse parti dell’isola. Secondo altre teorie, i cavallini vennero importati dai Fenici o dai Greci nel V-IV secolo a.C.

Sino al tardo Medioevo erano presenti in tutta la Sardegna, ora si trovano prevalentemente nella Giara, un altopiano alto mediamente 550 mt sul livello del mare, esteso 4.400 metri che comprende quattro comuni: Gesturi, che è il comune che ha la maggior estensione nella Giara con 2000 metri, Genoni che ai cavallini ha dedicato un museo visitabile tutto l’anno, Tuili e Setzu.

Il cavallino della Giara vive in branchi nei quali domina uno stallone accompagnato da una ad otto femmine. I puledri una volta raggiunta l’età fertile, vengono eliminati dal branco e lo stesso stallone sostituito da uno più giovane quando invecchia.
Normalmente la loro speranza di vita è tra i 15 ed i 20 anni, contro i 40 di un cavallo “normale”, ma non sono attualmente considerati in via d’estinzione, grazie al naturale isolamento derivante dalle caratteristiche morfologiche dell’altipiano ed al lavoro attento delle guardie del parco che se ne prendono cura.
Il cavallino della Giara ha un manto che può essere baio, morello o sauro ed una folta criniera che cade sugli occhi a mandorla. Altra caratteristica del cavallino è la sua altezza che al garrese è di circa 120 cm, per un peso che varia tra i 150 ed i 200 kg. In passato uno sfruttamento sbagliato da parte dell’uomo di questi animali, aveva portato a farli riprodurre con razze di cavalli più alte, per aumentarne la statura.
Una successiva tutela dei cavallini, ha permesso il ritorno alla conservazione della razza autoctona. Alcuni esemplari di cavallini si trovano anche sul monte Arci, a Capo Caccia nel territorio di Alghero ed a Foresta Burgos, dove l’istituto di incremento ippico di Ozieri nel 1971 ha creato un centro di allevamento e di ripopolamento.
Nei secoli scorsi veniva usati per aiutare l’uomo nei lavori in campagna come la trebbiatura. Da anni vengono lasciati completamente liberi e la primavera è il periodo migliore per vederli, grazie alle nuove nascite ed all’ambiente circostante che rifiorisce.
Per chi volesse visitare il museo del cavallo a Genoni il numero info@museocavallinodellagiara.it o chiamare al numero 3391676863.
Foto: Museo del cavallino della Giara di Genoni.
Maria Vittoria Dettoto