Massimo Di Menna è un ingeniere di 56 anni. Era padre di tre figlie:Maia, Mia e Micol, la maggiore.
Nel 2020 Maia allora 12enne si ammala di un tumore al cervello. I genitori provano a curarla con i migliori medici, rivolgendosi anche all’estero, ma Maia muore nove mesi dopo.
Durante il ricovero in ospedale di Maia, Di Menna domanda ad una specialista come può affrontare il lutto. Il consiglio che gli danno è quello di far vivere la figlia facendo del bene al prossimo.
Di Menna fonda una società di ingegneria e con il ricavato, in silenzio, crea progetti per aiutare gli ultimi. Ex prostitute, senza tetto, disoccupati, ragazzi disagiati.
Nel 2023 la figlia maggiore di Menna, Micol, si reca in Marocco per festeggiare il suo primo contratto di lavoro con il fidanzato. Micol resta coinvolta in un incidente stradale e perde la vita. Il padre per ricordarla crea un’attivita’ in Rwanda per i bambini che non possono pagarsi la scuola.
Attualmente è impegnato nella creazione di un Campus per le due figlie decedute, all’interno del quale è prevista la creazione di un ristorante con 352 posti a sedere, che sarà gestito da persone fragili.
Il Campus si estendera’ su un’area con 12.000 alberi tra Bologna, Castenaso e Medicina che prevede tra le altre cose un teatro per bambini disabili e sarà “ad uso gratuito di associazioni e cooperative sociali”, dice l’ingeniere.
La moglie di Di Menna e madre delle sue figlie decedute, Margherita Lanteri, sta scrivendo un libro che uscira’ a giugno intitolato “Dopo torno”, in memoria delle figlie.
“Avevo tre figlie”, dice Di Menna, “me ne è rimasta una”. La figlia studia Medicina, grande passione del padre. Un padre, due genitori esemplari che hanno trasformato due lutti in solidarietà e generosita’ verso chi ha bisogno e dei quali Maia e Micol non possono che essere orgogliose.
Nella foto Massimo Di Menna con le tre figlie: a sinistra Mia, l’unica ancora in vita e a destra le figlie decedute Micol e Maia.
Maria Vittoria Dettoto