La morra o murra è un gioco tradizionalmente legato alla Sardegna, ma che è possibile ritrovare anche in altre regioni del Sud Italia. Per giocare occorre una o due coppie di giocatori, sos murradoris in sardo ed un terzo che faccia da arbitro, su curradori.
Gli sfidanti che sono sia uomini che donne, posti uno di fronte all’altro, gettano verso il basso il pugno con un numero da uno a cinque. Il gioco consiste nell’indovinare il numero derivante dalla somma dei numeri gettati dai due sfidanti. Se la somma è pari a dieci, si grida “murra”. Vince chi arriva prima a sedici.
Questo gioco, dal momento che implica velocità ed eccitazione dei giocatori, portava talvolta anche a vere e proprie risse e litigi per accaparrarsi i punti. Per questo motivo, nel 1931, venne proibito dal regime fascista e considerato illegale.
In realtà continua ad essere praticato da almeno 2000 anni. Se ne hanno testimonianze nell’epoca egizia prima e romana poi. Ne parla Manzoni nei Promessi Sposi e ancora oggi, se ci si reca nei paesi dell’entroterra del nuorese o dell’Ogliastra, si vedono giocatori di morra.
Ad Urzulei, si svolge addirittura il campionato della morra, lo scorso anno tenutosi a settembre, che ha visto arrivare partecipanti da tutta Italia.
La morra è valorizzata oggi dalla Federazione per il gioco della morra e dal 2023 e’ entrata a far parte del patrimonio dell’Unesco.
Foto: La siritide.