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Sardi definiti scimmie e le donne barbaricine volgari da Dante Alighieri. Cosa pensava dei sardi il sommo poeta.

“E a dir di Sardegna le lingue lor non si sentono stanche”. Inferno, canto XXII, Divina Commedia. Così Dante Alighieri parlava nella sua opera più famosa dei sardi, quella che dal 1300 in poi lo ha reso famoso in tutto il mondo.

Non doveva avere una grande considerazione di noi sardi il sommo poeta toscano che più volte parla male degli abitanti della Sardegna nelle sue opere.

Nel XXII Canto dell’Inferno parla di due barattieri sardi, paragonabili a due persone che commettono il reato di concussione.

Nel canto XXIII, versi 94-96, parlando con il suo amico Forese Donati di Firenze, scrisse: “Che la Barbagia di Sardinia assai, nelle femmine sue è più pudica, che la Barbagia dove io lasciai”, facendo riferimento al fatto che le donne barbaricine fossero state poco inclini al pudore, poiché erano avvezze ad andare in giro con il seno scoperto.

Nel Canto XXIX dell’Inferno parlando dell’aria insalubre della Sardegna a causa delle paludi allora diffuse nell’isola scrisse: “Qual dolor fora.. di Maremma e di Sardigna i mali fussero in una fossa tutti insembre”.

Ma perché Dante ce l’aveva tanto coi sardi e con la Sardegna? C’era mai stato? C’è chi dice no e che si fosse fatto un ‘idea negativa dell’isola dalle sue letture di Cicerone e dai suoi studi classici. Altri dicono che Dante sia stato in Sardegna durante la reggenza del Giudicato di Gallura da parte di Nino Visconti suo amico o che grazie alla sua amicizia coi Malaspina, si recò nei possedimenti di questi nel Logudoro.

Fatto sta che Dante non si limita a parlar male dei sardi nella Divina Commedia, lo fa anche nel De Vulgari Eloquentia, composto tra il 1303 ed il 1305 ed uscito prima della Divina Commedia ( che Alighieri scrisse dal 1305-06 al 1321). Qui afferma che i sardi imitano il dialetto latino come le scimmie imitano gli uomini, perché a suo avviso i sardi non avevano una variente del latino, ma parlavano il sardo nelle varianti barbaricina o logudorese. Oggi peraltro il sardo è ritenuta una vera e propria lingua. Ma Dante, che ne sapeva?

Su una cosa convengo con lui: su quando scrisse sempre nel De Vulgari Eloquentia che i sardi non sono italiani. In effetti, cantas boltas l’amu nadu chi Sardigna no est Italia e chi sos sardos no sunu italianoso?

Foto: Dante Alighieri Firenze 1265- Ravenna 1321.

Maria Vittoria Dettoto
Maria Vittoria Dettoto
Maria Vittoria Dettoto, 48 anni, ozierese, editore e direttore responsabile. Madre di Antonio ed Andrea, Dottoressa in Scienze Politiche, giornalista iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Nel campo del giornalismo vanta anni di esperienza pregressa nella carta stampata, in radio, nei blog. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche online. Web manager, content creator, esperta di social e network marketing e di gestione delle risorse umane, ha lavorato per due multinazionali mondiali, gestendo i suo gruppi di lavoro a livello regionale e nazionale. Da sempre attiva nella cultura e nel sociale, innamorata della Sardegna, ha da sempre contribuito alla valorizzazione dell'isola, della sua cultura e delle sue tradizioni.
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