La vedete la donna nella foto sotto con la medaglia d’oro? Si chiama Kellie Harrington, è irlandese. Un metro e sessanto centimetri di altezza per 60 chili di peso.
È colei che ai quarti di finale delle Olimpiadi di Tokyo 2020, ha combattuto contro Imane Khelif, la stessa pugile algerina contro la quale si è arresa oggi l’italiana Angela Carini, dopo appena 36 secondi di combattimento e un pugno preso in faccia.
Dunque Khelif non è la prima volta che combatte contro una donna e perde. Non è imbattile, pur essendo definito da qualcuno trans o addirittura uomo, per giustificare larresa della Carini.
Ii numeri parlano chiari. Khelif negli ultimi 14 scontri ufficiali ha totalizzato 9 vittorie e cinque sconfitte. Cinque sconfitte da altrettante donne, esattamente come la Carini che dopo il primo pugno si è arresa e la Harrington che invece non solo non si è arresa, ma ha battuto la Khelif e successivamente ha vinto la medaglia d’oro.
Attualmente è lei la favorita, la Harrington, con un palmares che vanta oltre la medaglia d’oro a Tokyo 2020 quella ai mondiali di boxe del 2018, argento a quelli del 2016. Un oro e un bronzo ai campionati europei.
Dunque, per quanto mi riguarda, la Carini oggi avrebbe dovuto combattere, come hanno fatto tutte le altre colleghe che l’hanno preceduta contro l’algerina.
Per quanto mi riguarda nessun “orgoglio italiano” come dice qualcuno cavalcando l’onda della polemica politica, che nello sport, ripeto, non dovrebbe entrare.
Se sei un atleta, specie a livello olimpico, combatti. Come ognuno di noi combatte nella propria vita, senza arrendersi alle prime difficoltà.
Tutto il resto è palcoscenico.
Foto 1 la Harrington a Tokyo con la medaglia d’oro. Foto 2 la Harrington mentre combatte a Tokyo nel 2021 contro la Khelif. Foto 3: la Khelif batte oggi la Carini dopo essersi arresa a Parigi.
