Mi ha colpito vedere il video di Gerardina Trovato esibirsi su quel palco a Caltanisetta il 12 agosto. In tuta da ginnastica e scarpe da tennis. “Sciatta”, come qualcuno ha scritto. Irriconoscibile rispetto a quella giovane cantante di grande talento che molti di noi ricordano benissimo calcare il palco di Sanremo ed essere trasmessa a ripetizione dalle più importanti radio e tv.
Poi per Gerardina la caduta nel vuoto. I manager la abbandonano, le inizia a soffrire di una grave forma di depressione e scompare dalle scene per anni. Qualche anno fa dichiara in tv di vivere con ottanta euro al mese, grande scalpore, ma nessuno nello show business la aiuta e la Trovato oggi viene ospitata in una casa protetta per anziani.
In quel suo salire sul palco senza lustrini o paillettes, trucco o parrucco, danzare e cantare sulla sua canzone, la Trovato ci ha dato un segnale fortissimo. Di vita, di rivincita. Una luce in fondo al suo tunnel. Chi ha visto solo l’aspetto dimagrito, il non essere come ci aspetta da una qualsiasi cantante che sale su un palco, non ha capito niente.
Gerardina Trovato va aiutata. Non solo a parole, come scrivono oggi in tanti sotto il video della sua esibizione diventato virale. Va aiutata lei e vanno aiutate le milioni di persone che in Italia soffrono di disturbi mentali, diffusissimi e spesso sottovalutati. Non compresi, come chi ne soffre, spesso deriso ed emarginato dalla società.
Esattamente otto anni fa, presi un autobus per andare al mare da Oristano verso Torregrande e scrissi questo:
“Entro nell’autobus.In fondo vedo una donna.Età sulla cinquantina, capelli neri raccolti in una coda. Maglietta nera, pantalone bianco.Parla col linguaggio dei segni.
A chi? Parla ne vuoto.
Guardando fuori dal finestrino.Non è “normale”, si nota subito.Mi ci siedo accanto, mentre tre ragazzini sotto i 20 anni ridono di lei.
Me li guardo, compatendoli.
Sono giovani.Non per questo li giustifico.
Penso che ad ognuno di noi può capitare da un momento all’altro di ritrovarsi al suo posto.
Di uscire di testa.
Basta un lutto.
Una separazione.
Una delusione d’amore.
L’abuso di droghe o alcool.
La perdita del lavoro e in un attimo la vita ti cambia.
E non torni più indietro.
Vieni deriso.Etichettato.
Isolato dalla società ignorante che non capisce e non vuole capire le “disabilità mentali”.
Vivo l’esperienza di un parente in famiglia che ne è affetto ed io ne vado orgogliosa e lo amo più di qualsiasi altro.
Facciamo il viaggio una accanto all’altra dunque.
Con la sconosciuta che parla nel vuoto.E ho la tentazione di avvicinarmi a lei.Abbracciarla mentre le accarezzo i capelli.
Come fosse una bambina.
Lo è, in realtà.
Chiusa nel suo mondo immaginario nel quale, voglio crederlo, qualcuno la capisce e riesce a rispondere ai suoi gesti ed alle sue parole.
L’incontro con questa donna, senza scambiarci una parola, è stato oggi per me un dono”.
Quelle mie parole oggi potrei dedicarle alle tante Gerardina che ci circondano. Che magari neanche hanno il coraggio di uscire di casa, di salire su un autobus o un palco. Vorrei dire loro che la vita è bella nonostante le difficoltà e che la strada per guarire o migliorare si trova.
Che non si arrendano. Perché domani potranno essere una nuova Gerardina. Con lustrini e paillette, che splende sotto le luci dei riflettori e prende gli applausi a scena aperta. Le donne sono una forza della Natura. Gli uomini, pure.
Aiutiamo queste anime nobili. Lo dobbiamo a loro e lo dobbiamo a noi stessi.
Foto: Gerardina Trovato nella sua ultims esibizione in Sicilia e come era da giovane.
Maria Vittoria Dettoto
