La campanella che sancisce l’inizio delle lezioni nell’Istituto Maccioni Deledda di Nuoro è appena suonata ed il banco del piccolo Francesco Gleboni, 10 anni è vuoto per il secondo giorno.
Ieri mattina, quando è stato fatto l’appello, si pensava fosse ua normale assenza, dovuta ad impegni di famiglia o ad un male di stagione. Con l’andare delle ore,.si è invece scoperto che il piccolo Francesco era stato sparato dal padre Roberto, nel corso della strage familiare che ieri ha colpito Nuoro e tutta Italia.
E mentre i suoi compagnetti erano a scuola, Francesco lottava tra la vita e la morte. Nell’istituto scolastico è stato scelto di non dire niente ai bambini su quanto accaduto e che lo facessero a casa le loro famiglie.
Immagino questi bambini quando hanno saputo della morte di Francesco, ucciso insieme a sua madre, sua sorella ed un vicino di casa. Ne immagino la tristezza, il pianto e la speranza che hanno coltivato sino a ieri sera che il loro compagnetto potesse sopravvivere.
Ieri sera è arrivata la notizia dell’accertamento della morte cerebrale del piccolo Francesco. E la loro speranza, come quella di tutti noi, si è trasformata nella consapevolezza che anche Francesco se ne era andato per mano di chi l’aveva messo al mondo.
Oggi torneranno a scuola sapendo perché il banco di Francesco è vuoto ed il mio pensieto non può che andare a loro, che affronteranno il lutto della perdita, così piccoli ed indifesi, di fronte ad una tragedia tanto grande.
Il banco di Francesco è vuoto e resterà vuoto anche in futuro e di fronte a questo non possiamo far altro che provare a stare vicini a chi è rimasto e dare loro tutto il supporto psicologico, sociale, morale ed economico del quale hanno bisogno.
Che la Terra ti sia lieve piccolo Francesco. Il vuoto che hai lasciato, non sarà riempito da nessun altro.
Maria Vittoria Dettoto
