Tra fede e passione, anche quest’anno Cagliari e la Sardegna hanno sciolto il voto. Dal 1° al 4 maggio, dal
capoluogo a Nora, un andata e ritorno di profonda devozione. Sant’Efisio è rientrato nella sua chiesa di
Stampace, accompagnato da una calorosa processione di fedeli che non è voluta mancare a un rito, giunto
quest’anno alla sua 368esima edizione.
Un’edizione, quella di questo 2024, caratterizzata, rispetto alle precedenti edizioni, dall’assenza delle
tribune, che forse ha limitato l’afflusso record visto negli anni passati. Ma la gente, comunque, tra il 1°e il 4
maggio, ha reso omaggio a Sant’Efisio martire, accompagnandolo nel suo consueto percorso di passione.
Turisti, fedeli e sardi, in una sfilata di cavalieri, traccas e costumi tipici. Il cocchio trainato dai due buoi, Fairi
Biri e Chini Sesi, ha fatto il suo percorso. E Cagliari, come ogni anno, c’è stata.
Un adempimento religioso che la città ha sempre rispettato con tutte le sue forze, per ringraziare
Sant’Efisio che, secondo la tradizione, liberò Cagliari da una terribile epidemia di peste. Da allora, con i culti
affidati all’Arciconfraternita del Gonfalone e di Sant’Efisio, il simulacro del martire viene portato dalla sua
chiesa di Stampace a Nora, luogo del martirio. Un percorso di 30 km, per una processione tra le più lunghe
d’Europa, mai fermata né dalle bombe, durante la Seconda guerra mondiale, né dalla pandemia del 2020.
Quella di quest’anno è stata la prima festa della neoeletta governatrice della Sardegna, Alessandra Todde,
chiamata a guidare un’Isola, con i suoi diversi problemi, ma sempre pronta a salutare il suo guerriero di Elia.
Un’edizione, inoltre, che ha visto tra gli assenti, almeno per quanto riguarda il suo ruolo istituzionale, il
dimissionario sindaco cagliaritano Paolo Truzzu, con la commissaria straordinaria Luisa Anna Marras a
conferire, come da tradizione, la fascia tricolore e il prestigioso “Toson d’Oro” – simbolo di onore dai tempi
del regno di Carlo II di Spagna – all’Alter Nos Giovanni Ena. E pazienza, poi, per quella pioggia del 1°maggio
che forse ha forse ha fatto desistere diversi fedeli, nella prima parte della mattina del percorso di andata: il
clima non può frenare la solennità di un rito antichissimo.
Nella notte del 4 maggio, poi, ecco il ritorno del santo nella sua chiesa stampacina. Come all’andata, sardi e
fedeli, insieme a una bella partecipazione di turisti, si sono radunati ad attendere Efis nel centro di
cittadino. Chi ha potuto, ha seguito la processione da una delle varie tappe, come quella di Giorgino, verso
la sua casa. E per la 368esima, celebrata la messa, il voto è stato ancora una volta dichiarato sciolto.