Ahoo Daryaei la studentessa iraniana divenuta famosa in tutto il mondo per essersi spogliata nel cortile dell’università Azad di Teheran in segno di protesta contro il regime degli ayatollah, ieri è stata liberata.
È stata dimessa dall’ospedale psichiatrico nel quale era stata rinchiusa dopo il gesto, nato perché le avevano imposto di indossare bene il velo islamico, lo hijab, obbligatorio per le donne iraniane.
Ahoo si era a quel punto spogliata davanti a tutti, rimanendo in reggiseno e mutande. Camminando a testa alta e braccia conserte tra gli uomini e le donne che la scrutavano nel cortile.
Fiera, libera. Consapevole che quel gesto poteva costarle la vita, come accaduto due anni fa alla 22enne Mahsa Amini.
Nonostante questo lei ha dimostrato il suo dissenso, per lei, per rivendicare la libertà di tutte le donne iraniane di sentirsi libere.
Ahoo Duryaei ieri è stata liberata e riconsegnata alla famiglia perché considerata dal regime “malata di mente”. Se rivendicare la propria libertà significa essere malate di mente, allora anche io, anche milioni di altre donne siamo “malate di mente”.
Una, cento, mille Ahoo Daryaei ci vorrebbero nel mondo. Grazie per quello che ha fatto, perché l’eco del suo gesto è arrivato alle donne di tutto il mondo, che mi auguro riescano a loro volta a trovare la forza di ribellarsi contro ogni sopruso.
Maria Vittoria Dettoto