Il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate protettore degli animali domestici e Patrono dei pizzaioli, non a caso è anche la Giornata mondiale della pizza.
Nella nostra isola per questa ricorrenza si prepara un dolce a base tipico e buonissimo, su pistiddu, diffusissimo nella Sardegna centrale, in paesi come Dorgali, Orotelli o Orosei.
Consiste in una sorta di crostata rotonda e piatta di colore giallo paglierino, ripiena con un preparato di vincotto, scorze di arancia e altri aromi caratteristici, che variano a seconda del luogo di produzione e della ricetta utilizzata.
La ricetta, infatti, può subire delle varianti in base al paese di produzione.
Sulla pasta si fanno in genere degli intagli che hanno forme decorate, dai quali si intravede il ripieno o riportano le iniziali del santo o delle persone della casa o alle quali si deve regalare.
Su pistiddu prende il nome dal ripieno del dolce e principalmente dalla semola grossa o dalle mandorle tritate (pestate, dal latino “pistare”). La fase del ridurre il grano in semola grossa o le mandorle in farina, si dice in sardo: pistiddare, faghere a pistos (pestare, schiacciare).
Ingredienti per farlo a casa: farina di grano tenero, uova fresche, zucchero, strutto, scorza di limone fresco grattugiate, agenti lievitanti (pirofosfato acido di sodio, bicarbonato di sodio, amido), sale. Ripieno (32%) a base di mosto di uva concentrato e cotto di fichi, scorze d’arancia, miele, semola di grano duro, zucchero.
Foto Graziella Fancello di Dorgali.
Articolo di Maria Vittoria Dettoto