Ciao Sara. Avevi solo 22 anni. Oggi ti diamo in tanti l’ultimo saluto, dentro quella bara bianca. Immacolata come te. I palloncini sono pronti a volare in cielo, tenuti tra le mani dalle decine di persone accorse in chiesa a darti l’ultimo saluto.
E pensare che tua madre Maria Concetta Zaccaria quando l’hanno chiamata i carabinieri per dirle che doveva raggiungerti, ha pensato subito a portarti qualcosa. Magari un giubbotto pesante per scaldarti o qualcosa da mangiare per scaldarti, come aveva fatto sin da quando eri piccola.

“Non ho parlato con Sara quel giorno perché aveva lasciato il telefono in macchina, e da lì, non mi ha mai più parlato” ha detto tua madre. “Mi arriva una chiamata dai carabinieri di Messina e chiedo il perché della chiamata. Il carabiniere non specifica, mi dice che devo venire subito. E io chiedo del tempo, almeno per prendere le cose di Sara, perché le servirà il pigiama, le pantofole.
E lui mi risponde che non devo prendere nulla, è in difficoltà, mi dice che anche lui è papà, e che non riusciva a dirmelo, ma che non dovevo prendere nulla di Sara perché era stata uccisa da un suo collega di università. Noi non sapevamo nulla. Lei veniva pedinata, se lo ritrovava sempre dietro, voleva che gli sorridesse e rispondesse, è stalking.
Mia figlia non ricambiava altro che il sorriso, e lo faceva perché era gentile con tutti. Se lei avesse ricambiato, lui non l’avrebbe uccisa. Lui era lucido, si è portato l’arma, l’ha aspettata, e se non ci fosse riuscito in quel momento, avrebbe organizzato una seconda volta perché la voleva uccidere.”

Sara di’ a tua madre che non hai bisogno di niente. Non le pantofole o il pigiama. Ne’ il telefono, tanto a tua madre non la chiamerai più. Sta tutto dentro quella bara nella quale ti ha messo il tuo assassino. Non hai più bisogno di niente ormai.
Foto funerali Sara Campanella: Fanpage.
Maria Vittoria Dettoto